sabato 23 ottobre 2010

Formigoni prende tempo ma è già partita la caccia al sito della centrale. Tra i possibili siti anche Legnano


Mentre in Consiglio regionale scoppia il caso della centrale, gli occhi sono puntati sulle cartine della Lombardia e su un dossier del Ministero dello Sviluppo. Paolo Romani ha addirittura parlato di una, forse due centrali nucleari in Lombardia.

Formigoni non chiude la partita, ma è cauto: " La Lombardia ha praticamente raggiunto l'autosufficienza energetica, quindi in questo momento non c'è alcun bisogno di centrali. In pole position tra i probabili siti, l'area tra le province di Cremona e Mantova, lungo l'asta del Po, che garantirebbe volumi d'acqua sufficienti per il raffreddamento. Si parla poi del Bresciano e della provincia di Como.

Reattori nucleari a uso scientifico sono stati attivi a Ispra, Pavia e Legnano. A sgombrare il campo dalla possibilità di avere una centrale nell'Altomilanese è il Presidente Podestà,che però rilancia Legnano come possibile incubatore della ricerca sul nucleare e della produzione di componenti per le centrali.Il dibattito è acceso: contrario Penati (Pd), aperture da parte dell'Udc. Secondo l'Udc Marcora, abbassare il costo dell'energia in Lombardia, significherebbe aumentare la competitività delle nostre aziende.

La Lega già nel 2008 aveva fatto un dibattito nel partito e preso la decisione che il nucleare va rilanciato. Secondo il leghista Castelli, viceministro alle Infrastrutture, va rilanciato Caorso, storica centrale nucleare, in Emilia, ai confini con la Lombardia. In quattro anni può essere riattivata. I comuni che ospiteranno le centrali avranno grandissimi vantaggi economici: godranno del gettito delle centrali.

Andrea Scampini


martedì 19 ottobre 2010

Movibus sull'orlo della chiusura


Il rischio è concreto. Movibus, la società di trasporto pubblico che serve Magentino, Abbiatense e Castanese, rischia di non vedere l'alba del nuovo anno.


Se le cose vanno avanti così, a dicembre sarà rimesso il servizio alla Provincia di Milano. I sindaci sono già in allarme. Le perdite troppo grandi per continuare. Le perdite sono di 0,36 euro al chilometro. Pur nella buona gestione, nell'attenzione su abbonamenti e biglietti pagati, non si riesce a far quadrare i conti perchè i finanziamenti che devono arrivare dalla Provincia di Milano sono fermi al 2003 e con gli aumenti del carburante che si sono verificati in questi anni davvero non si riesce più ad andare avanti. Finora si è cercato di garantire il servizio attraverso il ripianamento delle perdite con l'abbattimento del capitale sociale, ma a dicembre non ci sarà più questa possibilità.


Movibus ha mostrato subito difficoltà economiche e, a fine estate la società ha scritto alla Provincia per annunciare che, non essendo più in grado di sostenere i costi, potrebbe non assolvere più al contratto. Dal canto suo, la Provincia ha chiesto che vengano forniti i documenti ufficiali che attestino l'aumento dei costi, precisando però che il servizio pubblico essenziale che non può essere interrotto senza intercorrere in pesanti conseguenze.


Andrea Scampini - Consigliere comunale Pd