Mentre in Consiglio regionale scoppia il caso della centrale, gli occhi sono puntati sulle cartine della Lombardia e su un dossier del Ministero dello Sviluppo. Paolo Romani ha addirittura parlato di una, forse due centrali nucleari in Lombardia.
Formigoni non chiude la partita, ma è cauto: " La Lombardia ha praticamente raggiunto l'autosufficienza energetica, quindi in questo momento non c'è alcun bisogno di centrali. In pole position tra i probabili siti, l'area tra le province di Cremona e Mantova, lungo l'asta del Po, che garantirebbe volumi d'acqua sufficienti per il raffreddamento. Si parla poi del Bresciano e della provincia di Como.
Reattori nucleari a uso scientifico sono stati attivi a Ispra, Pavia e Legnano. A sgombrare il campo dalla possibilità di avere una centrale nell'Altomilanese è il Presidente Podestà,che però rilancia Legnano come possibile incubatore della ricerca sul nucleare e della produzione di componenti per le centrali.Il dibattito è acceso: contrario Penati (Pd), aperture da parte dell'Udc. Secondo l'Udc Marcora, abbassare il costo dell'energia in Lombardia, significherebbe aumentare la competitività delle nostre aziende.
La Lega già nel 2008 aveva fatto un dibattito nel partito e preso la decisione che il nucleare va rilanciato. Secondo il leghista Castelli, viceministro alle Infrastrutture, va rilanciato Caorso, storica centrale nucleare, in Emilia, ai confini con la Lombardia. In quattro anni può essere riattivata. I comuni che ospiteranno le centrali avranno grandissimi vantaggi economici: godranno del gettito delle centrali.
Andrea Scampini